Natale è
alle porte e Reina e Rafael finiscono in panchina fino all'epifania.
A Natale l'elemento maggiormente caratterizzante della tradizione
storico culturale napoletana è sicuramente il presepe che rievoca le
scene bibliche di quello che accadde secoli fa nella notte dei
tempi...
Betlemme,
erano le ore 0,00 dello 00/00/00 in un antico panificio un panettiere
stava impastando la farina 00 e ascoltava una canzone di Renato Zero
su radio Punto Zero.
Ad un
tratto apparve dal cielo il Miguel Angel Britos che annunciò: “è
nato! è nato!”
Infatti,
poco distante in una fredda e umida capanna era sopraggiunta la sacra
famiglia alla ricerca di un luogo sicuro dove trovare riparo.
Il
pastore Benitez li dispose all'interno della grotta, dando
indicazioni precise sul loro collocamento: sugli esterni c'erano i
due zampognari Callejon e Mertens con l'ordine di scambiarsi
continuamente di lato. All'interno invece c'erano il bue e l'asinello
che erano Behrami e Dzemaili, i due polmoni che da dietro dovevano
dare fiato alla manovra presepiale.
Gonzalo
Higuain era Maria Vergine, proprio lui che sta facendo dei gol della
Madonna.
San
Giuseppe era Aurelio De Laurentiis che già pensava a come sfruttare
commercialmente la capanna: “Io qui ci farei una grande gelateria.
- pensava bramante - Già ho in mente il nome: GELATI CA PANNA”
Ed infine
il bambinello Gesù era il nostro Lorenzino Insigne in evidente
difficoltà per il fatto che con il suo metro e sessantatré aveva
dovuto comunque fare la parte dell'Altissimo.
I tre
magi erano Hamsik, Albiol e Zuniga che in cammino verso la santa
capanna attendevano indicazioni itineranti dal passaggio della stella
cometa. Il problema fu che la stella cometa era Gokhan Inler il cui
passaggio fu come al solito tutt'altro che preciso e li condusse
nella periferia nord di Betlemme nei pressi dell'agriturismo “La
grotta” dove i tre magi spesero tutto l'oro che avevano nel cenone
di Natale, bevvero fiumi di mirra e si fumarono tutto l'incenso che
avevano portato. Alla fine Albiol si rivolse ad Hamsik e disse: “mi
raccomando, la prossima volta portiamoci il navigatore...”
Sul picco
più alto della montagna c'era il castello di Erode impersonato da
Paolo Cannavaro. Lui che era la colonna del Napoli fino all'anno
scorso ma che adesso non gioca più “e rode”. L'unica piccola
variante col presepe originale è che Erode della notte dei tempi
voleva uccidere il bambino Gesù, mentre Erode Cannavaro vuole
uccidere il pastore Benitez.
In una
casupola attigua alla grotta c'era Mastro Bigon che si occupava del
reperimento del personale. Nel paese si facevano insistenti le voci
dell'arrivo dal Paris St Germain di Pastore considerato l'ideale per
completare il presepe. Anche se per le feste Bigon potrebbe fare ai
tifosi il regalo Di Natale.
Quando
sembrava ormai improbabile per il bambinello Insigne ricevere dei
doni a causa dell'inatteso smarrimento dei magi, ecco arrivare nei pressi della capanna un uomo che, inginocchiandosi al cospetto
della sacra famiglia, si presentò: “Sono Christian, il re Maggio.
Siccome l'oro, l'incenso e la mirra ce l'avevano quei tre mascalzoni
che chissà adesso dove si stanno ubriacando, volevo chiederti cosa
vuoi che io ti porti in dono?”
“Nu
fetente e' cross buono, uno solo. Non dico sempre, anche una volta
ogni tanto, donaci un cross buono!” ribattè Lorenzino spazientito
dalla mangiatoia.
Bene, con
l'arrivo del Re Maggio tutto era pronto e al posto giusto. Messere
Formisano aveva anche già pensato al merchandising con le nuove
sciarpe commemorative dell'evento sacro con la scritta “Napoli e
Betlemme unite da un unico spirito, lo spirito santo”
A me non
resta che rivolgere a tutti i lettori di Comicalcio un sincero
augurio di serene feste....
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